Il Libro di Mormon/Testimoni/Negato

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    I tre testimoni hanno mai negato ciò che sapevano?

Domanda e Risposte


Domanda: Ha fatto i Tre Testimoni considerano Joseph Smith un "profeta caduto" dopo aver lasciato la Chiesa?

Alcuni dei tre testimoni considerati Joseph Smith di essere un "profeta caduto" dopo aver lasciato la Chiesa

I tre testimoni hanno lasciato la Chiesa per una serie di motivi, tra era con l'avvio della pratica della poligamia. David Whitmer sentiva che Giuseppe aveva restaurato la vera Chiesa, ma che aveva preso in ultima analisi, la Chiesa in direzioni che non dovrebbe avere. Eppure, tutti e tre i testimoni mai negato la loro testimonianza delle tavole e l'angelo.

Se i testimoni ritengono che Giuseppe aveva perpetuato una truffa, avrebbero esposto dopo la loro caduta con lui

Subito dopo la loro scomunica dalla chiesa, Thomas B. Marsh parlò con Cowdery and Whitmer in merito alla loro testimonianza. Se mai ci fosse stato alcun momento per loro di negare la loro testimonianza quello era il momento ideale:

Chiesi seriamente a David se fosse vero che lui vide l’angelo, secondo la testimonianza che lui diede come uno dei Testimoni del Libro di Mormon. Lui rispose che come è vero che esiste un Dio in cielo, lui vide l’angelo, secondo la testimonianza che si trova in quel Libro. Gli chiesi allora se le cose stessero cosi perché lui non stesse più accanto a Joseph? Lui rispose che nei giorni in cui Joseph ricevette e portò alla luce il Libro di Mormon era un brav’uomo e lo Spirito Santo era in lui, ma ora lo considerava un Profeta Caduto. Interrogai anche Oliver Cowdery allo stesso modo il quale rispose similmente ad David.[1]

In quell’incontro I testimoni avrebbero avuto tutte le ragioni per rinnegare la loro esperienza, e nessun motivo di mentire per difendere se stessi, o Joseph Smith, con i quali erano in disaccordo già da molti anni. L'unico motivo valido per la persistenza con la loro storia fu la loro sincera onestà, il loro onore, e la loro convinzione di aver veduto veramente l'angelo e le tavole e di aver udito la voce di Dio.

L'accusa che i 3 testimoni rinnegarono le loro testimonianze è infondata: essi non dubitarono mai la loro storia, anche quando ebbero ampia opportunità di farlo ci sono abbondanti prove che i testimoni rimasero fedeli alla loro testimonianza. Ed è ancora più impressionante il fatto che tutti loro lasciarono la Chiesa e per molti anni espressero sentimenti estremamente antagonistici verso Joseph Smith e la Chiesa stessa. Nonostante tutto questo però essi continuarono ad insistere sul fatto che la loro esperienza fosse reale ed innegabile.


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Domanda: Ha fatto i Tre Testimoni considerano Joseph Smith un "profeta caduto" dopo aver lasciato la Chiesa?

Alcuni dei tre testimoni considerati Joseph Smith di essere un "profeta caduto" dopo aver lasciato la Chiesa

I tre testimoni hanno lasciato la Chiesa per una serie di motivi, tra era con l'avvio della pratica della poligamia. David Whitmer sentiva che Giuseppe aveva restaurato la vera Chiesa, ma che aveva preso in ultima analisi, la Chiesa in direzioni che non dovrebbe avere. Eppure, tutti e tre i testimoni mai negato la loro testimonianza delle tavole e l'angelo.

Se i testimoni ritengono che Giuseppe aveva perpetuato una truffa, avrebbero esposto dopo la loro caduta con lui

Subito dopo la loro scomunica dalla chiesa, Thomas B. Marsh parlò con Cowdery and Whitmer in merito alla loro testimonianza. Se mai ci fosse stato alcun momento per loro di negare la loro testimonianza quello era il momento ideale:

Chiesi seriamente a David se fosse vero che lui vide l’angelo, secondo la testimonianza che lui diede come uno dei Testimoni del Libro di Mormon. Lui rispose che come è vero che esiste un Dio in cielo, lui vide l’angelo, secondo la testimonianza che si trova in quel Libro. Gli chiesi allora se le cose stessero cosi perché lui non stesse più accanto a Joseph? Lui rispose che nei giorni in cui Joseph ricevette e portò alla luce il Libro di Mormon era un brav’uomo e lo Spirito Santo era in lui, ma ora lo considerava un Profeta Caduto. Interrogai anche Oliver Cowdery allo stesso modo il quale rispose similmente ad David.[2]

In quell’incontro I testimoni avrebbero avuto tutte le ragioni per rinnegare la loro esperienza, e nessun motivo di mentire per difendere se stessi, o Joseph Smith, con i quali erano in disaccordo già da molti anni. L'unico motivo valido per la persistenza con la loro storia fu la loro sincera onestà, il loro onore, e la loro convinzione di aver veduto veramente l'angelo e le tavole e di aver udito la voce di Dio.

L'accusa che i 3 testimoni rinnegarono le loro testimonianze è infondata: essi non dubitarono mai la loro storia, anche quando ebbero ampia opportunità di farlo ci sono abbondanti prove che i testimoni rimasero fedeli alla loro testimonianza. Ed è ancora più impressionante il fatto che tutti loro lasciarono la Chiesa e per molti anni espressero sentimenti estremamente antagonistici verso Joseph Smith e la Chiesa stessa. Nonostante tutto questo però essi continuarono ad insistere sul fatto che la loro esperienza fosse reale ed innegabile.

Domanda: Ha Oliver Cowdery mai negare il suo Libro di Mormon testimone perché pensava che Joseph Smith era un profeta decaduto?

C'è una ricchezza di prova che dimostra che Oliver non ha mai negato la sua testimonianza, anche dopo che i suoi disaccordi con Joseph Smith

Esistono prove abbondanti che dimostrano che Oliver non ha mai negato la sua testimonianza. Quando era avvocato, Oliver scrisse a Phineas Young e gli disse:

Ho serbato in cuore una speranza, una delle mie più care. Che io possa lasciare un certo tipo di uomo che a tutti coloro che crederanno nella mia testimonianza ci crederanno per il bene della verità e non si vergogneranno per il carattere privato di quell’uomo il quale portava testimonianza. Sono stato sensibile su questo argomento, lo ammetto; Ma cosi doveva essere. Se voi avreste dovuto essere alla presenza di Giovanni con il nostro defunto Fratello Joseph, a ricevere il Sacerdozio Inferiore e alla presenza di Pietro a ricevere il Sacerdozio Superiore e guardare nel tempo e testimoniare l’effetto che questi due sacerdozi hanno prodotto. Voi vi sentirete come non vi siete mai sentiti. E uomini malvagi saranno sempre pronti a indebolire la vostra testimonianza.[3]

Sicuramente le preoccupazioni di Oliver in merito alla sua testimonianza includevano implicitamente anche la sua testimonianza come uno dei tre testimoni del Libro di Mormon,

Alla fine Oliver lasciò la pratica di legge che aveva iniziato dopo aver lasciato la Chiesa, e si recò a Kanesville, Iowa, con la moglie e la figlia e alla fine riunì con la Chiesa nel 1848. Prima che lui fu ribattezzato Oliver portò la sua testimonianza alla congregazione che si era radunata per una conferenza.

Ho scritto, con la mia penna, tutto il Libro di Mormon (salvo alcune pagine) così come usciva dalle labbra del profeta Joseph che egli tradusse per dono e potere di Dio, per mezzo del Urim e Thummim o Santi Interpreti cosi come vengono chiamati nel libro. Vidi con i miei propri occhi e tenni i con le mie mani, le tavole d'oro da cui il Libro è stato trascritto. Sempre con i miei occhi e sempre con le mie mani vidi e tenni gli interpreti Santi. Questo libro è vero. ... Esso contiene il vangelo eterno e venne alla luce per i figlioli degli uomini come adempimento delle rivelazioni di Giovanni, dove disse di aver veduto un angelo avanzare con il vangelo eterno ed annunziarlo a ogni nazione, tribù, lingua e popolo. Il libro di Mormon contiene i principi di salvezza, e se voi, miei ascoltatori, camminerete nella sua luce e obbedirete ai suoi precetti, voi sarete per sempre salvi nel regno dell’Iddio Altissimo. [4]

Oliver si riunì la Chiesa e si preparò a viaggiare nello Utah per unirsi con il corpo principale dei Santi degli Ultimi Giorni, ma morì mentre soggiornava temporaneamente a Richmond, nel Missouri. Oliver Cowdery contrasse la tubercolosi. Nel marzo del 1850, mentre fu sul letto di morte, Oliver usò i suoi ultimi respiri in favore della testimonianza della veridicità del Libro di Mormon. Lucy P. Young, la sua sorellastra, era al suo capezzale e riferì quanto segue:

Oliver Cowdery poco prima di emanare il suo ultimo respiro, chiese ai suoi servitori di aiutarlo a sollevarsi sul letto in modo che avrebbe potuto parlare con la famiglia ed i suoi amici, che erano li presenti. Una volta pronto disse loro di vivere secondo gli insegnamenti contenuti nel Libro di Mormon, e promise loro che se l’avrebbero fatto essi lo avrebbero rincontrato in cielo. Infine disse: “Lasciatemi sdraiare e lasciatemi addormentare'. Pochi istanti dopo morì pacificamente. [5]

Nel novembre del 1881, ben oltre 30 anni dopo la morte di Oliver, il suo ex convivente Giudice W. Langaffermò in una lettera che Oliver ammise che il Libro di Mormon era una frode. La lettera di Lang affermò che il Libro di Mormon derivò dal manoscritto Spalding posseduto da Oliver, e che Sidney Rigdon e Joseph Smith, approvarono il progetto definitivo. Questa affermazione non può essere considerata credibile per una serie di motivi, tra i quali il fatto che il manoscritto Spalding (a detta anche dei critici) non possiede alcuna somiglianza con il Libro di Mormon, e il fatto che Sidney Rigdon non è mai stato associato a Joseph Smith prima alla pubblicazione del Libro di Mormon. Alla base dell’'affermazione di Lang sembra esserci la solita teoria del Manoscritto Spalding sull’origine del Libro di Mormon.

Bibliografia


  1. "History of Thomas Baldwin Marsh," Deseret News (24 March 1858).
  2. "History of Thomas Baldwin Marsh," Deseret News (24 March 1858).
  3. Oliver Cowdery to Phineas Young, 23 March 1846, Oliver Cowdery Collection, "Scriptory Book of Joseph Smith Jr." (kept by George W. Robinson), 22, LDS Church Historical Department (published in Scott H. Faulring, ed, An American Prophet's Record.— The Diaries and Journals of Joseph Smith (Salt Lake City: Signature Books, 1989), emphasis in original; cited in Scott H. Faulring. “The Return of Oliver Cowdery”, FARMS Featured Paper, no date.
  4. Andrew Jenson, LDS Biographical Encyclopedia (Salt Lake City: Andrew Jenson History Company, 1901), 1:246.
  5. Andrew Jenson, LDS Biographical Encyclopedia (Salt Lake City: Andrew Jenson History Company, 1901), 1:246.

Domanda: Ha Martin Harris mai negare il suo Libro di Mormon testimone perché pensava che Joseph Smith era un profeta decaduto?

Anche dopo che Martin Harris aveva lasciato la Chiesa ed è stato apertamente criticato la leadership della Chiesa, teneva ancora la sua testimonianza del Libro di Mormon

Quando fu in Inghilterra a predicare per un gruppo scissionista LDS, Martin Harris fu espulso da una riunione dei Santi degli Ultimi Giorni. Da quella vicenda egli lasciò la chiesa, e cominciò a criticare fortemente i dirigenti Mormoni. I critici del mormonismo arrivarono rapidamente da lui:

Quando uscimmo dalla riunione vedemmo Martin Harris circondato da una folla in strada, sperando che in quella occasione lui avrebbe riversato con materiale anti-mormone la gente intorno a lui. Ma quando gli venne chiesto se Joseph Smith fosse un vero profeta di Dio, egli rispose di sì, e quando gli chiesero qual ora il Libro di Mormon fosse vero, questa fu la sua risposta: "Sai che il sole splende su di noi? Ecco, come seisicuro di sapere ciò, Io so che Joseph Smith fu un vero profeta di Dio, e che tradusse quel libro tramite il potere di Dio. [1]

Un autore Mormone riportò nel 1870 la seguente:

In una occasione alcuni dei suoi vecchi conoscenti fecero uno sforzo per farlo diventare un po’ brillo, dandogli del vino. Quando pensarono che lui fosse di buon umore per parlare posero a lui la questione con molta cura: “Bene, ora, Martin, noi vogliamo che tu sia franco e sincero con noi per quanto riguarda questa storia del vostro angelo e delle vostre tavolo d’oro del Libro di Mormon, di cui se ne parla così tanto. Ti abbiamo sempre considerato un agricoltore onesto e un buon vicino di casa ma non possiamo credere veramente che hai veduto un angelo. Ora, Martin, credi davvero che hai di aver veduto un angelo mentre eri sveglio?” “No”, disse Martin, “io non ci credo.” La folla fu ben soddisfatta della risposta; ma ben presto una sensazione diversa prevalse, e Martin acquisita la sua fiducia, disse: “Signori, ciò che ho detto è vero, perché il mio credo è stato sommerso dalla mia ragione, Vi voglio dire che come è vero che vive Il Signore Io so che mi trovavo con il Profeta Joseph Smith in presenza dell’angelo, ed era alla luce del giorno. [2]

E alla sua morte Harris riportò la seguente dichiarazione:

Il Libro di Mormon non è falso. Io so quello che so. Ho visto ciò che ho visto e ho sentito quello cheho sentito. Ho visto le tavole d'oro da cui il Libro di Mormon è stato scritto. Un angelo apparve a me e gli altri e testimoniò della veridicità di quegli annali e se fossi stato disposto a giurare il falso e rinnegare la testimonianza che ora vi sto portando avrei potuto essere un uomo ricco, ma non avrei mai potuto testimoniare in maniera diversa di come ho finora fatto perché so che queste cose sono vere. [3]

Domanda: Ha David Whitmer mai negare il suo Libro di Mormon testimone perché pensava che Joseph Smith era un profeta decaduto?

David Whitmer era molto vocale circa la sua testimonianza del Libro di Mormon fino alla fine della sua vita, anche se pensava che Joseph Smith era un profeta decaduto

Lapide di David Whitmer, su cui è incisa la sua testimonianza del Libro di Mormon: "Il record degli ebrei e il record dei Nefiti sono uno."

Per tutta Richmond, Missouri, i non-mormoni conoscevano David Whitmer come cittadino onesto e degno di fiducia. Un giorno un anti-mormone tenne una conferenze nella città natale di David e marchiò Davidcome un malfattore. Il giornale (non mormone) rispose con uno spumeggiante editoriale di prima pagina indisponente nei confronti del mormonismo ma insistente su i 46 anni di cittadinanza privata senza macchia di colpa da parte di David Whitmer, a Richmond. [4]

L’anno successivo l’editore scrisse un tributo omaggio per l’Ottantesimo compleanno di David Whitmer il quale “senza rimpianti per il passato” ancora “ribadisce che lui vide la gloria di un angelo”

Questo è il problema fondamentale della vita di David Whitmer. Durante i suoi 50 anni vissuti in una società non-mormone insisti fin dal fervore della sua giovinezza che sapeva che il Libro di Mormon fosse statodivinamente rivelato. Relativamente poche persone a Richmond accettarono interamente tale testimonianza, ma nessuno dubitò mai della sua intelligenza o completa onestà. [5]

David Whitmer, come gli altri testimoni, era stato accusato di essersi illuso di aver veduto un angelo e le tavole. Un osservatore ricorda i tempi delle accuse su David, e disse:

Quanto bene e distintamente ricordo il modo in cui l'anziano Whitmer si alzò fiero e disse in tono solenne e impressionante:' No, signore! Non ero in alcuna allucinazione, né fui ingannato! Ho visto con questi occhi, e ho sentito con queste orecchie! So di cosa parlo! [6]

Quando un altro anti-mormone pubblicò un articolo sostenendo che David avesse negato la sua testimonianza, David stampò un "proclama" che testimoniava della verità del Libro di Mormon e ribadì il fatto di non aver mai negato la sua testimonianza. Egli stesso scrisse:

SI è registrato nella Enciclopedia Americana e in quella Britannica, che io, David Whitmer, come uno dei tre testimoni, ho rinnegato la mia testimonianza della divinità del Libro di Mormon: e che anche gli altri due testimoni, Oliver Cowdery e Martin Harris negarono la loro testimonianza di quel libro. Dirò ancora una volta a tutta l'umanità, che non ho mai, in qualsiasi momento negato la mia testimonianza o parte di essa. Testimonio anche al mondo che né Oliver Cowdery né Martin Harris rinnegarono mai la loro testimonianza. Entrambi morirono affermando la verità della autenticità divina del Libro di Mormon. [7]

L’apostolo William E. McLellin scrisse:

Vidi [David Whitmer] nel giugno del 1879, e lo sentii portare la sua solenne testimonianza della verità del libro. Cosi sinceramente e solennemente, come quando lui la portò al sottoscritto a Parigi, Illinois nel luglio 1831. [8]

Dopo la Morte di David Whitmer il giornale Richmond Conservator scrisse:

Domenica sera prima della sua morte egli chiamo la famiglia e il suo medico curante, il dottor George W. Buchanan, e quando furono al suo capezzale egli disse: "Dottore ritenete che io sia sano di mente?" Per cui il medico rispose: "Sì, siete sano, ho appena svolto una conversazione con te. Cosi David si rivolse a tutti i presenti e disse: “Voglio condividere con voi la mia ultima testimonianza. Dovete essere fedeli a Cristo. Voglio dire a tutti voi che la Bibbia e il racconto dei Nefiti, (Il Libro di Mormon) sono veri, così facendo voi potete dire che mi avete sentito portare la mia testimonianza sul mio letto di morte ....

Lunedi 'mattina chiamò nuovamente i presenti al suo capezzale, e disse loro che aveva ricevuto un’altra visione che riconfermava la divinità del "Libro di Mormon", e disse di aver visto Cristo nella pienezza della sua gloria e maestà, seduto sul suo grande trono bianco in cielo in attesa di ricevere i suoi figlioli. [9]

Sempre il Richmond Democrat aggiunse questo commento:

Gli scettici potranno ridere e farsi beffe di lui se vorranno, ma nessun uomo potrà mai ascoltare il signor Whitmer parlare del suo colloquio con l'Angelo del Signore, senza essere veramente convinto di aver sentito parlare un uomo onesto dire ciò che sinceramente credeva di essere vero. [10]

Bibliografia


  1. Matthew Roper, "Comments on the Book of Mormon Witnesses: A Response to Jerald and Sandra Tanner," Journal of Book of Mormon Studies 2/2 (1993): 164–193. wiki citing George Mantle to Marietta Walker, 26 December 1888, Saint Catherine, Missouri, cited in Autumn Leaves 2 (1889): 141.
  2. Letter of Elder Edward Stevenson to the Millennial Star quoted in William Edwin Berrett, The Restored Church (Salt Lake City: Deseret Book Company, 1974), 57–58.
  3. George Godfrey, “Testimony of Martin Harris,” from an unpublished manuscript copy in the possession of his daughter, Florence (Godfrey) Munson of Fielding, Utah; quoted in Eldin Ricks, The Case of the Book of Mormon Witnesses (Salt Lake City: Deseret News Press, 1971), 65–66.
  4. Richard Lloyd Anderson, Investigating the Book of Mormon Witnesses (Salt Lake City: Deseret Book Company, 1981), 74. ISBN 0877478465.
  5. Richard Lloyd Anderson, Investigating the Book of Mormon Witnesses (Salt Lake City: Deseret Book Company, 1981), 74. ISBN 0877478465.
  6. Richard Lloyd Anderson, Investigating the Book of Mormon Witnesses (Salt Lake City: Deseret Book Company, 1981), 88. ISBN 0877478465.
  7. David Whitmer, An Address to All Believers in Christ by a Witness to the Divine Authenticity of The Book of Mormon (David Whitmer: Richmond, Virginia, 1887).
  8. McLellin to Cobb, 14 August 1880; cited by Larry C. Porter, "The Odyssey of William Earl McLellin: Man of Diversity, 1806–83," in The Journals of William E. McLellin, 1831–1836, edited by Jan Shipps and John W. Welch (Urbana: Brigham Young University Studies and University of Illinois Press, 1994), 296. ISBN 0842523162.
  9. Richmond Conservator Report (26 January 1888); quoted in Lyndon W. Cook ed., David Whitmer Interviews: A Restoration Witness (Grandin Book Company, 1993), 226.
  10. Richmond Democrat 16/6 (2 February 1888), quoted in Eldin Ricks, The Case of the Book of Mormon Witnesses (Salt Lake City: Deseret News Press, 1971), 16.

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